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Immagine del redattoreMichele Stianti

Ultimi scampoli di Arthur e altre considerazioni su Fiorentina-Monza


(Foto X, @acffiorentina)

Al 78' minuto Arthur riceve palla sulla metà campo del Monza, si gira su se stesso lasciando sul posto Bondo: 1,2,3 tocchi e poi il destro chirurgico a incrociare all'angolino. È stato il primo gol in maglia viola per il brasiliano, paradossalmente ad una delle sue ultime apparizioni, forse. Contro il Monza abbiamo visto un Arthur nuovamente al centro del gioco e faro della squadra in mezzo al campo; come nel girone d'andata, in cui le aveva giocate quasi tutte e aveva contribuito in maniera importante all'overperforming della squadra di Italiano, che ci aveva portati a ridosso della zona Champions League. I soliti, maledetti, problemi fisici lo hanno frenato in questa seconda parte di stagione, e le ultime prove, sia all'andata che al ritorno col Brugge, sono state pietose.

Invece ieri al Franchi è partito titolare a sorpresa e sembra aver ritrovato lo smalto di qualche mese fa, come in una sorta di lunga Last Dance che durerà (speriamo) fino all'ultima partita della stagione. Il suo futuro sembra ormai segnato, la Fiorentina difficilmente lo riscatterà per questioni economiche e di tenuta fisica del calciatore. Finché ce l'abbiamo però godiamocelo, perché quando sta bene è di un altro livello.



Per il resto la gara contro la squadra di Palladino è "andata bene" alla viola, che ha scoperto una nuova arma in queste ultime uscite: rimontare lo svantaggio (arrivato ieri dopo nove minuti per mano di Djuric) ma senza la frenesia di dover risegnare subito. Invece con pazienza la Fiorentina gioca, crea, magari spreca anche, ma è consapevole della propria forza e sa il gol, prima o poi, arriverà. È stata una chiave di lettura anche della gara di ritorno a Brugge, col gol arrivato "solo" all'85esimo col rigore di Beltrán. Fortuna, casualità, oppure questione di mentalità trasmessa dal proprio allenatore. Alla fine saranno i risultati a determinare la bontà del lavoro, come al solito, ma il percorso e i miglioramenti fatti in questi tre anni sono innegabili, a prescindere da come andrà a finire. A fine partita c'è stato anche un bellissimo momento, con la squadra sotto la Curva che mostrava uno striscione per ricordare qual è il vero e grande obiettivo, al di là di una possibile qualificazione in Conference tramite il campionato, di questa stagione: Atene.

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