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Immagine del redattoreNiccolò Capitani

DE GEA: FIRENZE LA PIAZZA GIUSTA PER TORNARE GRANDE

La carriera parlava e parla già tanto per lui: prima Atletico Madrid poi Manchester United, tanti trofei, tante partite, prestazioni importanti, grazie alle quali David De Gea è arrivato ad essere uno tra i migliori portieri in Europa. Con l’Atletico si abitua subito a vincere, grazie all'Europa League del 2009 vissuta da attore protagonista. 545 presenze in 12 anni e 8 titoli invece con la maglia gloriosa dei Red Devils. E tra l'altro l’ultima Premier League vinta dal Manchester United è proprio quella che risale alla stagione 2012-2013 con De Gea tra i pali.


Più di un anno da svincolato, con tante domande, pensieri, punti interrogativi, tanti momenti di riflessione nei quali cercare di capire il perché di questa assenza dai campi di gioco. Forse poteva ripartire, come tanti hanno fatto, da campionati minori, ricoperto di soldi e senza pressioni, ma per un portiere di un certo livello, che ha giocato partite di un certo livello, non sono certe sfide che risultano essere affascinanti, non sono certe sfide che ti lasciano qualcosa di importante. Emozioni e passioni di un calcio che forse non esiste e non esisterà più, ma noi ci lasciamo trascinare dai sogni che ci riportano a volte in un epoca calcistica ormai lontana e forse nel suo piccolo, lo ha fatto anche De Gea, andando a cercare una sfida intrigante, una sfida che poteva rivelarsi più complicata di quanto si potesse immaginare perché per un portiere, stare più di un anno fermo, non è così semplice.


Aspettava la chiamata giusta per ripartire, per provare a rilanciarsi e tornare grande e quella chiamata è arrivata proprio da Firenze, dalla Fiorentina. La Serie A è un campionato tutt’altro che semplice, un calcio nuovo e un nuovo modo di giocare, che richiede ormai sempre di più, una buonissima tecnica di base per i portieri, anche se su quello, eravamo già a conoscenza di quanto potesse portare De Gea, oltre alla grande esperienza, la grande leadership, il saper anche essere uomo spogliatoio all’interno di un organico giovane, un gruppo nuovo che aveva bisogno di un leader esperto come lui.


Un ruolo delicato, quello del portiere, che nelle ultime stagioni è stato tanto argomento di discussione soprattutto a Firenze, con Terracciano che non è mai realmente riuscito ad entrare di prepotenza nei cuori dei tifosi viola: tante buone prestazioni ma allo stesso tempo, tante, troppe incertezze nei momenti decisivi.


Terracciano inizialmente, anche a causa della mancanza di ritmo gara da parte del  portiere spagnolo, era stato indicato come prima scelta di Palladino, ma sono bastate poche partite, poche prestazioni, per far capire all’allenatore ex Monza quanto De Gea fosse importante per questa squadra, quanto dovesse essere lui il portiere titolare. Il preliminare di Conference ha tolto qualsiasi ultimo dubbio rimasto, ha dimostrato il livello assoluto di questo portiere, le ultime partite di campionato, nelle quali è stato più che decisivo con i suoi interventi, hanno rafforzato ancor di più la scelta fatta da mister Palladino.


Il percorso di David De Gea sembra  finalmente aver ripreso la giusta strada, un percorso che sembrava potesse continuare ad andare nella direzione migliore, ma che ha incontrato qualche ostacolo e qualche salita faticosa. Una chiamata arrivata da una piazza calda, passionale come quella di Firenze, una chiamata giusta al momento giusto per provare a rimettersi in gioco, per provare a tornare a svolgere un ruolo da attore protagonista nel calcio che conta, per provare a riprendersi la maglia della nazionale che manca da Euro 2020, per provare a tornare grande e riprendersi tutto ciò che aveva perso in questo ultimo anno di inattività.


(Immagine X, profilo @acffiorentina)


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