Si è accesa una nuova fiamma tra il primo e secondo tempo contro la Lazio, si è accesa la giusta scintilla che ha portato a 6 risultati utili consecutivi. Da quel secondo tempo ha preso forma la nuova Fiorentina targata Raffaele Palladino. Un nuovo modulo, un nuovo progetto tattico nel quale, l’allenatore ex Monza, ha dato un'impronta importante, adattandosi alle caratteristiche dei suoi giocatori, ha studiato, capito, compreso che un cambio di rotta era necessario, rispetto ad un inizio un po’ turbolento.
Un percorso che ha portato vittorie e prestazioni convincenti, un percorso che sta coinvolgendo tutti, dal primo all’ultimo, come abbiamo visto in Conference. Un gruppo coeso, unito, nel quale tutti remano nella stessa direzione per un’orchestra che suona una musica bellissima, a tratti perfetta.
L’importanza di aver inserito i nuovi, di aver trovato un centravanti vero come Kean che anche quando non segna, si rivela determinante. L’importanza di aver trovato un giocatore, un fantasista come Gudmundsson, che si è integrato benissimo in questa orchestra e suona una musica meravigliosa. Fondamentale è stato aver trovato una solidità difensiva decisiva e aver ritrovato il vero Colpani. Un Bove tuttocampista e un geometra come Cataldi, in un centrocampo totalmente rinnovato, con Adli che disegna calcio. Un De Gea tornato a livelli veramente importanti, due frecce come Dodó e Gosens che si pensava potessero essere penalizzati da una nuova difesa a 4 ed invece hanno suonato sempre la solita bellissima melodia.
Un direttore di orchestra che ha avuto il coraggio di cambiare, con scelte coraggiose, come quella di rinunciare momentaneamente a senatori come Quarta e Biraghi. Un direttore di orchestra che sta facendo suonare tutti insieme allo stesso modo, creando un’armonia perfetta, accendendo un fuoco che adesso però, già a partire dalla partita contro la Roma, non dovrà assolutamente spegnersi.
(Immagine X, profilo @acffiorentina)
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