Sembrava che il suo arrivo alla Fiorentina fosse a rischio, poi la svolta l'ultimo giorno di mercato e Robin Gosens si è trasferito in Viola con la formula del prestito con obbligo di riscatto (condizionato). Un giocatore fortemente voluto da Palladino e che in questo primo mese e mezzo ha già dimostrato quanto può rendersi utile in più ruoli: parte come esterno, viene arretrato a terzino (dove forse, va detto, è più limitato perché trova poco spazio per gli inserimenti) e chissà che non possa fare anche l'ala di inserimento. Insomma, l'ex Inter e Atalanta non si preoccupa di quale modulo adotterà il mister, lui si metterà sempre a disposizone.
Il suo impatto nel mondo Fiorentina è stato devastante, con la rete contro il Monza che scongiurò una sconfitta clamorosa. Uno stacco di testa in anticipo, con la palla che toccò la traversa e si infilò in porta: poi l'esultanza liberatoria, per un giocatore che non vedeva l'ora di tornare in Italia. Nelle scorse settimane si è anche raccontato, parlando del suo passato difficile e del concetto di salute mentale. Non banale per un calciatore.
E poi è arrivata la chiamata della nazionale tedesca. Era il suo sogno quello di tornare in Nazionale, la stessa che aveva assaporato ai tempi dell'Atalanta e dell'Inter e che per una serie di ragioni aveva perso. L'infortunio di Raum ha ridato questa possibilità a Gosens, che nella vittoria contro la Bosnia Erzegovina ha trovato modo anche di scendere in campo per una mezz'ora. Una prestazione accolta con grande positività dai suoi stessi tifosi, che hanno potuto apprezzare le sue incursioni sulla fascia.
Ora la Fiorentina se lo gode, se lo coccola, con la speranza che a giugno venga confermato. Sì perché Gosens, a prescindere delle sorti della squadra, è uno di quei giocatori che alza il livello, in campo e fuori: la sua mentalità è da top club, è un calciatore che tra Inter e Atalanta ha visto cosa vuol dire competere e stare a certi livelli e il fatto di essere nel giro della Germania è un ulteriore conferma.
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