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Immagine del redattoreFederico Castiglioni

I tre punti del lunedì #33

1. Più forti di tutto


Eguagliare il record di vittorie consecutive in campionato (otto) che durava dalla stagione 1959/60 (c'era Hamrin in attacco), una settimana dopo aver visto un proprio compagno accasciarsi a terra per un arresto cardiaco: la Fiorentina oggi è anche questo. Sta tutto nell'esultanza di Cataldi, in quello scambio su Whatsapp tra l'ex laziale e l'ex romanista, la promessa di un gol all'incrocio da dedicare che puntualmente avviene, e sigilla un risultato minimale buono per l'ennesima vittoria.


Risultato minimale per prestazione minimalista (ma tutt'altro che negativa, si badi bene): quello che serviva a una Fiorentina bisognosa di belle notizie dopo giorni vissuti con l'ansia. E, incidentalmente, quello che serviva per migliorare ancora una classifica che per Palladino non va guardata ma sulla quale l'occhio tende a cadere. I più giovani, con sfrontata ingenuità, lo dicono senza remore di conoscerla bene, questa classifica. Che dice Fiorentina e Inter a -3 dall'Atalanta capolista. Con una partita in meno.


2. Ancora vi stupite di Comuzzo?


Vuol dire che non siete attenti, stava già scritto tutto qui. Parlando di attitudini e organizzazioni difensive diverse e diversi livelli di affidabilità dei singoli, tra chi è più soggetto a sfondoni drammatici e chi meno. Vedasi la per fortuna già dimenticata sfida contro l'Empoli di Coppa Italia.


3. Il giro di boa


Finora, per particolari incroci di calendari e momenti della stagione, la Fiorentina ha avuto la relativa "fortuna" (leggasi: merito) di presentarsi più smagliante e fiduciosa rispetto all'avversario di turno, finendo talvolta al triplice fischio a tirar sale sulle ferite già aperte della squadra appena sconfitta. L'Inter in questo sarebbe dovuto essere il crush test per eccellenza per la squadra di Palladino, ma un fato alquanto perfido ha rinviato tutto a data da destinarsi.


Dalle crisi fatte esplodere come per Roma, Lecce e Milan (poi costate la testa a due allenatori su tre), alla messa a nudo dell'inconsistenza tattica di Torino e Cagliari, alle brutture difensive del Verona fino alle carenze tra i pali del Como: la Fiorentina in questo filotto ha scardinato ogni avversario facendo leva sui loro palesi punti deboli, sulle loro irrisolte criticità di gioco.



L'esultanza di Cataldi diretta a Bove per il gol partita di Fiorentina-Cagliari


E allora i prossimi avversari? La Fiorentina va verso il giro di boa della stagione con in calendario Bologna, Udinese, Juventus e infine Napoli, prima gara del 2025. Nel mezzo, gli austriaci del LASK questo giovedì (0 vittorie nelle prime 4 uscite di UECL) e i portoghesi del Vitória Guimarães, per le ultime due sfide di Conference. Riguardo al campionato, all'oggi tutte squadre potenzialmente difficili (alcune molto difficili), ma non perfettamente quadrate e non in fiducia come la Fiorentina.


La prima di questa striscia, il Bologna di Italiano (con tutto il carico psicotico che una piazza di pazzi come Firenze avrà per questa partita) può essere una potenziale variabile impazzita: se è vero che l'attuale attitudine difensiva dei viola si preannuncia come una croce per i rossoblù, se è vero che l'assenza di Orsolini non è cosa da poco, se è vero che mentre noi abbiamo da gestire la Conference in casa il Bologna mercoledì vola in Portogallo a incontrare il Benfica (dove ogni tanto riappare Cabral, che ricordi), è anche vero che il Bologna viene da 13 punti nelle ultime sei gare di campionato, fermato solo dalla Lazio del sottovalutatissimo Baroni (a pari punti con noi con una partita in più) e dalla Juve che ha evitato la prima sconfitta in Serie A solo al 92esimo. Insomma, ottimismo sì, ma mai con arroganza. E senza psicodrammi.


 

I tre punti del lunedì” sono una rubrica settimanale di SpaceViola, a cura di Federico Castiglioni. Se ti ha convinto o se invece preferisci offenderlo per quanto hai letto, puoi seguirlo o contattarlo qui. Oppure qui. Il giovedì mattina passa su RadioFirenzeViola.

 




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