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Immagine del redattoreNiccolò Capitani

La rinascita di Dodó


Sta vivendo sicuramente il suo miglior periodo con la maglia della Fiorentina ed è sicuramente il suo miglior inizio di stagione da quando è a Firenze: quella di Dodó è senza dubbio la miglior scommessa vinta da parte di Rocco Commisso fino ad oggi.


Dopo essere stato un punto fermo di Vincenzo Italiano, con Raffaele Palladino in panchina la musica non è cambiata, anzi ha iniziato a suonare ancora più forte. Un infortunio che ha provato a fermare una magica melodia, un infortunio che lo ha tenuto per tanti mesi lontano dal campo, l’esplosione di Kayode che sembrava potesse diventare il nuovo proprietario della fascia destra, ma il giovane arrivato dalla primavera non aveva fatto i conti con chi, di quella fascia possedeva le chiavi.


Nella nuova Fiorentina è diventato un giocatore fondamentale, un punto fermo, sempre più decisivo ed incisivo. Lo era anche prima sicuramente, ma in questa stagione sembra aver rafforzato ancora di più la sua posizione. Si è dimostrato sempre di più leader in campo e fuori; un ragazzo semplice, un professionista vero, serio che con il passare del tempo ha fatto parlare il campo e si è fatto voler bene da tutto il popolo viola.


Il nuovo modulo iniziale di Palladino sembrava potesse cucire addosso un vestito perfetto per Dodó, non più terzino di una difesa a quattro, ma leggermente più alto, esterno in un centrocampo a cinque, in una posizione più offensiva e forse più consona alle sue qualità. Il ritorno alla difesa a quattro lo ha fatto arretrare di qualche metro e si pensava lo potesse penalizzare ed invece nulla è cambiato, la musica è rimasta sempre la stessa, le grandi cavalcate sono rimaste sempre le stesse, con la fascia destra che è diventata ormai casa sua, il suo regno, evidenziando miglioramenti soprattutto nella fase difensiva.


Contro il Milan non ha mai sofferto Leao, contro la Lazio, pur avendo di fronte un cliente scomodo come Nuno Tavares, ma soprattutto dopo aver fatto l’ennesimo solco su quella fascia, ha avuto la forza di provare l’ennesima corsa instancabile e di guadagnarsi il rigore, trasformato poi da Gudmundsson per la prima vittoria stagionale. La voglia di non mollare mai, la grinta nell’arringare il pubblico, la leadership ma non solo, la capacità di creare sempre un pericolo per le difese avversarie, unendo tecnica e velocità, elementi che lo hanno reso sicuramente tra i migliori terzini destri in circolazione. La sua crescita esponenziale ha forse leggermente rallentato quella di Kayode, che sicuramente ha trovato in Dodó un insegnate di alto livello dal quale apprendere, imparare, rubare qualche segreto e sicuramente arriverà anche la sua occasione.


La nuova Fiorentina targata Raffaele Palladino, in questo momento non può assolutamente fare a meno di Dodó, ma allo stesso tempo il brasiliano ha dimostrato di non riuscire a fare a meno di Firenze e della Fiorentina. Lo ho fatto, accorciando i tempi di recupero di un infortunio che sembrava lunghissimo, lo ha fatto perché la voglia di tornare il prima possibile ad indossare questa maglia era tanta, così come tanta era la voglia di riprendersi tutto ciò che aveva perso in quei brutti, bruttissimi mesi, perché  la storia di Dodó in maglia viola è appena cominciata anzi è ancora tutta da scrivere.


(Immagine Instagram, profilo @dodo98)


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