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Immagine del redattoreJacopo Massini

Lecce-Fiorentina | Il Bilancio Del Giorno Dopo

Difficile trovare un punto dal quale iniziare ad analizzare questa partita, ma proviamo banalmente dall'approccio, totalmente sbagliato. Si percepiva nell'aria, dopo un calciomercato, va detto, deludente. Nessun alibi, in campo va la squadra e le responsabilità sono da suddividere, ma i presupposti erano quelli. E infatti il Lecce passa avanti su un calcio di punizione in cui la barriera viola si sfalda, come neve al sole, e lascia passare un pallone tutt'altro che pericoloso sulla carta. E in generale il primo tempo è forse tra i peggiori visti in stagione, considerando anche i due legni colpiti dai giallorossi.


(Foto Instagram, @acffiorentina)

Nella ripresa sono arrivati dei cambi, fisiologici visto l'andamento della partita, ma la sensazione è che ancora una volta la Fiorentina fosse riuscita ad arrivare al gol quasi per caso. Bravo Mandragora a trovare il gol dal limite con un mancino chirurgico, bravo Beltran in pressione, ma poi? Azioni confuse, dovute anche a scelte di formazione obbligate e ai tanti elementi visibilmente sulla gambe. Tra questi va messo Nzola, che forse avrebbe meritato la sostituizione. Per come la interpeto io è un errore, ma va tenuto conto dei centimetri che avrebbe perso la Fiorentina nel cambio Parisi-Nzola. Sono cose che nell'economia di un match possono incidere. Italiano ha le sue colpe? Ci mancherebbe, è umano pure lui, ma va guardata in faccia la realtà: poche scelte a disposizione e poco propedeutiche al suo modo di giocare. Serviva altro e non è arrivato.


I minuti finali poi sono l'emblema del delirio e del caos che evidentemente non ha investito solo la tifoseria, ma anche la squadra. Chiaramente se Belotti avesse segnato e il pallone non si fosse stampato sulla traversa staremmo parlando di un'altra partita, ma come spesso ho detto non deve diventare un'abitudine giocare male e vincere (perché quello sarebbe stato nel caso avessimo portato a casa i 3 punti). I nodi vengono al pettine e spesso partono per errori di base che dovevano essere risolto già da tempo. Salvare il salvabile e rimettersi in carregiata, questo è l'obiettivo, e ancora una volta il compito è affidato a Vincenzo Italiano.

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