top of page
Immagine del redattoreMichele Stianti

STANOTTE A FIRENZE

Aggiornamento: 30 mag

Al gol di El Kaabi al minuto 116 ognuno ha reagito a modo suo: chi urlando e arrabbiandosi col mondo intero, chi versando lacrime viola dal sapore amaro. E chi, come me, ha preferito stare in silenzio. O meglio, non è riuscito ad aprire bocca, perché un senso di vuoto stava prendendo spazio nei minuti di recupero del secondo tempo supplementare. Ho cercato di analizzare i fatti di stasera con un pensiero razionale, ma la verità è che qualsiasi analisi razionale è completamente inutile stasera, e non risponderà mai fino in fondo al più classico "perché proprio a noi?"


Potremmo parlare dell'approccio alla gara della squadra di Italiano, impaurita e insicura. Delle occasioni fallite da Jack, Kouame, Ikoné o della marcatura su El Kaabi di Ranieri al 116'. Oppure delle scelte del mister, o ancora di quelle della società, che non ha fatto nulla per migliorare concretamente questa squadra in tre anni, a mio modo di vedere. Ma ripeto, stasera ogni discorso razionale è superfluo: resta solo un vuoto immenso, che sarà difficile da colmare nei prossimi mesi, per tutti.


Le lacrime dei giocatori a fine partita sono piene di rimpianto, di chi non ha avuto abbastanza coraggio nell'andare a prendersi la finale. Del resto, la fortuna aiuta gli audaci. Le lacrime dei tifosi ad Atene invece sono lacrime di rabbia, lacrime di chi ha speso soldi ed energie per tornare a casa a mani vuote. Al Franchi era pronta la festa, praticamente, ma si è trasformata di nuovo in un funerale, con lo stadio al triplice fischio avvolto da una delusione palpabile, come fu l'anno scorso dopo Praga.


Ancora una volta non arriva l'incontro con la Storia per la Fiorentina, e questa finale ha il sapore di un'altra occasione sprecata (forse sarà l'ultima per un po' di tempo). Ma non parliamo di futuro, ora è troppo presto. Stanotte a Firenze c'è un silenzio irreale.

Comments


bottom of page